Trovo difficile mettermi a scrivere qualcosa alla fine di un questo 2020, ci sono ancora troppi pensieri a fare assembramento nella mia testa, ma è tempo di farlo.
Manca un solo giorno alla fine di questo anno e, onestamente, il mio motto più ricorrente in questo momento è uno solo: non vedo l’ora.
Ho iniziato questo anno in vacanza, brindando come sempre sono solita fare quando comincio una nuova pagina tutta da scrivere della mia vita, distogliendo ogni attenzione da pregiudizi e superstizioni legate a ciò che si dice di un anno bisesto, un anno che arriva ogni quattro e che ha un giorno in più.
Vale a dire un po’ più di tempo a disposizione, mi sembrava una ricchezza.
Volevo essere più ottimista, guardare oltre. E ora, proprio perché c’è un giorno in più, da dopo Natale ho attivato il mio final countdown.
Questo 2020 lo immaginavo luminoso e adesso che sta per finire mi chiedo quanta incertezza si pone tra me e l’anno nuovo, come posso immaginarlo un nuovo anno dopo questi quasi 366 giorni di lotta contro la pandemia, il razzismo, l’ignoranza e il nostro individualismo che nel momento più drammatico non sempre ha lasciato il posto a un pensiero più comunitario e solidale. Eppure, fare parte di un insieme umano, di una comunità e saper contribuire ad essa, ho sempre pensato che fosse il modo più semplice nonché accessibile per diventare persone migliori.
Perché insieme agli altri si cresce.
E’ stato un anno durissimo per tutti, un anno buio per tanti, un anno doloroso per molti, in un modo che sarà impossibile dimenticare. E devo dire che non so se voglio proprio dimenticare.
Per settimane ho riguardato indietro le foto dentro il mio smartphone ripercorrendo giorni su giorni, momenti di questo 2020 che mi ha tolto momenti con le persone che amo, privata di abbracci e di viaggi in cui avrei potuto avere nuovi sguardi sul mondo. Invece il mondo l’ho guardato dalla finestra, oltre lo schermo e dentro la rete.
E’ vero, non è stato tutto buio. Ho avuto – grazie all’estate, quando credevo che non sarebbe stato più possibile – anche parentesi di istanti di sole, risate e luce: giornate con sconfinati cieli senza nuvole, ore e ore a al mare a scattare sempre la stessa foto, cercando di costruire un nuovo ricordo, come nel tentativo di invitare una parte di me stessa a tenere, ancora una volta, lo sguardo fisso sull’orizzonte e a dirmi che non tutto era perduto.
Ma le perdite ci sono state, eccome. Il 2020 si è portato via moltissimo di ognuno di noi: la libertà a cui eravamo abituati, il lavoro, il contatto relazionale con il nostro ambiente, quello fisico con le persone care e un numero di vite umane che peserà per sempre sulla nostra storia sia individuale sia collettiva come un racconto di guerra. E ogni momento di privazione sociale e personale, di mancata condivisione umana e di annullata celebrazione di momenti importanti come nascite, matrimoni, lauree e addii, è stato come strappare una pagina alla nostra storia, è come avere un buco nella propria narrazione personale.
Non ci saranno recuperi per tutto questo, non si può fare ritorno a ciò che non c’è stato.
Questo 2020 è stato un anno perso.
Ecco, io, a questo punto della storia più che fare liste e sperare nelle attese, vorrei delle intenzioni, perché, si sa, di una lista poi ci si dimentica e la speranza non è mai stata una tattica, è come pretendere di far decollare un aereo col carburante insufficiente: non arriverà mai a nessuna destinazione.
Quindi, prima che scenda il sipario su tutto quanto, cerco di trovare il mio migliore sguardo sul 2021, con una domanda: cosa si aspetta il nuovo anno da me?
Ho pensato alle mie riflessioni più ricorrenti di questi ultimi mesi: il comportamento del singolo impatterà sempre su tutto ciò che gli sta attorno, il tempo non aspetta e la costruzione di bei ricordi non è qualcosa che si può rimandare e soprattutto nessuno si salva da solo.
Quindi per il 2021 ci vuole meno carico ma più focus su ciò che conta davvero.
1.Allenamento fisico e mentale quotidiano
A marzo, durante il primo lockdown, quando non era più consentito nemmeno uscire a correre, ho cominciato ad allenarmi in casa facendo esercizi a corpo libero. Avendo sempre frequentato la palestra, non ero attrezzata per fare una vera scheda di allenamento, ma mi sono imposta una sessione quotidiana di 30′ a fine giornata. Mi è servito per mantenermi un minimo in forma in un momento in cui le ore seduta al pc avevano la maggioranza assoluta, ma allenarmi ogni giorno è stato anche un esercizio mentale. Ho mantenuto questa abitudine anche dopo il lockdown, anche durante l’estate, anche in vacanza e anche dopo. Da abitudine è diventata una routine di benessere e me la porterò nel nuovo anno.
2.Relazioni di qualità
Ho letto – non ricordo dove – che la qualità della nostra vita dipende dalla qualità delle nostre relazioni. Nei momenti più critici della vita queste relazioni hanno un peso notevole, nel bene e nel male. In questo 2020 ho perso persone in cui credevo (e loro hanno perso me) e ho realizzato che di altre avevo solo una conoscenza superficiale e quando la vita ti mette alla prova ognuno di noi si rivela per ciò che è. Ma lungo il cammino ho avuto il dono di sentire vicino chi era fisicamente lontano e di incontrare persone che hanno contribuito a ogni mio sorriso e dato opportunità di gratitudine. Nel nuovo anno intendo investire su queste relazioni, su chi mi tiene in play e non in stand by.
3.Valorizzazione del tempo
Alla fine del 2019 mi ero impegnata a dare valore a ogni singolo momento del mio tempo, perché ogni minuto conta. Il tempo scorre anche quando stiamo fermi, immobili e sottratti allo scorrere della nostra storia. Tutto ciò che non viviamo si disperde, non esistono forme di recupero. Se hai dormito due ore a notte per mesi, non ti potrai rifare dormendo una settimana di fila. Il solo modo per non perdere il tempo a nostra disposizione è valorizzarlo, viverlo nel momento in cui accade ed essere consapevoli della sua unicità, perché esso è la nostra più grande capacità di spesa senza rimborso.
4.La lettura è consigliata
Complici le innumerevoli ore chiusa in casa e uno svariato numero di notti insonni, quest’anno, posso dirlo, ho letto di più. Ma non quanto avrei voluto. E alcuni libri sono lì sulla libreria che attendono di essere aperti e sottolineati. Per il nuovo anno intendo dedicarmi di più alla lettura approfittando di tutti quei momenti liberi a mia disposizione.
5.La positività come bene comune
Sono una persona ottimista per natura o di carattere – non so quale delle due espressioni sia più corretta – e ho un approccio positivo alla vita. In certi momenti di questo 2020 questo lato di me stessa è stato messo alla prova: vivo nella città che durante la prima ondata ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane e famiglie spezzate dal dolore. Le bare messe in fila nella chiesa dove andavo da bambina, la colonna dei carri militari che sfilano in quella notte di marzo sulla strada a due passi da casa mia sono immagini indelebili e per nulla dimenticabili. Queste sono cose che non si possono dimenticare. Sono stati quelli i giorni più sfidanti, quelli in cui ho sentito il bisogno di essere forte per me stessa e per le persone a me care. E quando la parola positivo è stata infettata di un’accezione di cui non era responsabile, ho capito che la positività, il lato buono delle cose è qualcosa da difendere perché ha lo stesso valore di qualsiasi altro bene comune.
6.Prendersi più cura
Quando il personale di volo spiega le indicazioni di emergenza prima di un decollo, ai passeggeri viene detto che nel caso in cui sia necessario indossare le maschere di ossigeno, ognuno deve prima indossare la propria e solo dopo aiutare chi ne ha bisogno. L’ho sempre trovata una lezione di vita, oltre che una norma da seguire. Se non ci prendiamo cura di noi stessi, non saremo in grado di aiutare nessuno accanto a noi: prendersi cura di sé è un dovere morale affinché la salvaguardia della salute sia un diritto di tutti. Vuol dire che se vaccinarmi protegge anche chi mi sta vicino, è una riflessione che merita più di una buona intenzione.
7.Crescita
Il tempo per crescere in altezza è finito da un bel pezzo ma quando sei adulto la vera sfida è saper crescere come persona. Tutto aiuta e contribuisce: la cultura, una continua voglia di imparare ciò che non si sa, la qualità delle nostre relazioni, la nostra capacità di discernere, la volontà di ricercare la verità nonostante ogni giorno ci siano tentativi di distorsione attorno a noi. Ecco, col nuovo anno vorrei crescere ancora un po’, come professionista, come donna e soprattutto come essere umano.
Non ho la minima idea di come sarà il 2021, ma direi che la cosa migliore che posso fare è iniziare al meglio che posso, con tutte le migliori intenzioni.
Buon inizio a tutti.
Daniela